lunedì 17 giugno 2013

BASILICATA…La regione più povera d’Italia che però fa diventare Miliardari le compagnie petrolifere

Noi sempre più poveri , loro sempre più ricchi , la regione Lucana sta per chiudere bottega per Fallimento , mentre la politica è la sua classe dirigente, incurante del degrado sociale e morale sta su toto nomine di chi farà il governatore 
“……Infatti, andando sul sito governativo, dello Sviluppo Economico, si troveranno i dati di pro
Sarebbe interessante avere i dati sulla qualità del greggio estratto per determinare il corretto valore; io non sono riuscito a trovarli.
duzione degli idrocarburi in Kg, mentre sappiamo benissimo che il costo del petrolio sulle borse mondiali lo si calcola al barile, e vi assicuro non è così semplice convertire i barili di greggio in kg, questo perché il petrolio è venduto in almeno una dozzina di qualità…..
….Comunque,la produzione nel 2012 è stata di 3.000.935.610 kg il che equivale a 29,5 milioni di barili nel caso di petrolio light di altissima qualità o 17 milioni di barili nel caso di petrolio heavy di pessima qualità..
…Considerando che 2012, il prezzo del basket Opec, composto da dodici tipi di crudi diversi, è a 95 usd (circa 73 euro) al barile significa un valore che oscilla da circa 2 miliari tecento milioni di euro a 1,3 miliardo e duecento milioni di euro……
…Risulta anche molto bizzarro il fatto che i contatori sulle risorse estratte siano della stessa ENI. Immaginate se io mi costruissi una casa, e decidessi di collegarmi alla fornitura di energia elettrica, con un mio contatore; e poi a fine mese comunicassi i miei consumi; bizzarro vero? Se lo fa ENI, evidentemente no….
....Malgrado questo grosso giro di denaro, in Basilicata il lavoro manca esattamente come prima, che si scoprisse il petrolio. Non sono state realizzate opere infrastrutturali, il costo della benzina non ha subìto sconti. La gente, soprattutto i più giovani, continua a emigrare: negli ultimi quindici anni a Grumento Nova, 2.500 abitanti, la popolazione è diminuita di un quarto, mentre da tutta la regione — che ha poco più di 570 mila abitanti — si continua a emigrare al ritmo di quattromila persone all’anno. E l’aria, l’acqua e persino il rinomato miele della Val d’Agri sono sempre più a rischio perché sempre più ‘ricchi’ di idrocarburi”….”