giovedì 25 ottobre 2012

Policoro Perde INPS. Potenza-Matera:lo strappo, Di Trani : ci vorrebbe un'altra Scanzano


L'azione dei governi in questi mesi stanno spogliando il nostro territorio di una serie di servizi. Policoro ne pagherà il prezzo più alto , dopo il catasto e la camera di commercio , anche l'INPS l'ascia la nostra città. In questi giorni i dipendenti dell'ente sono in mobilitazione , noi esprimiamo la nostra solidarietà , la cosa si aggraverà con la perdita della provincia a Matera , perderemo in un solo colpo la questura , il comando  provinciale dei carabinieri , la prefettura e cosi via , dagli uffici scolastici provinciali alla tesoreria provinciale , un danno incalcolabile per il territorio.

Segue articolo di  Antonio Corrado
 E’un “ni”, quello che proviene dalla maggioranza dei sindaci materani nei confronti della proposta di indire un referendum popolare su scala comunale, per consentire ai cittadini di decidere direttamente la loro appartenenza, o meno, alla futura Provincia
unica lucana di Potenza. Ieri mattina, alcuni primi cittadini interpellati dal Quotidiano,
neppure sapevano di questo ordine del giorno approvato a tarda sera dal consiglio
comunale del capoluogo. In tanti hanno istintivamente respinto l’idea, convinti
che si tratti di un mero braccio di ferro basato sulla fredda logica dei numeri. In effetti,
se così fosse, sarebbe realisticamente una battaglia impari con i “fratelli potentini”,
notoriamente molto più numerosi. Invece, nel suo spirito costruttivo, la proposta mira
ad esaltare i protagonismi delle singole realtà comunali, sganciandole dalla logica,
che oggi appare sempre più anacronistica, di rientrare in un unico territorio provinciale,
a sua volta incastonato nell’unica realtà regionale. Niente di tutto questo, almeno
ad immaginare lo scenario figlio di un eventuale referendum. Ma tra i primi cittadini materani serpeggia anche un certo malcontento, per come si sta evolvendo la situazione
socio-politica diquesta regione, unita solo nelle scartoffie e nella visione di una politica
più legata all’apparenza che alla sostanza. Una gestione territoriale figlia dei campanili,
completamente sganciatada ogni forma di realismo e pubblica utilità. Sì, perchè
tutti i sindaci appaiono concordi nel constatare che Matera, e la sua provincia, possono
vivere autonomamente, perchè forti di un’identità culturale, produttiva e sociale,
in grado di amalgamarsi anche con altre realtà limitrofe. Potenza, invece, storica e consolidata “sede di palazzo”, non riuscirebbe a brillare di luce propria, soprattutto se si
appoggiasse alla Campania. Tra di loro cè anche chi lancia la proposta di una “seconda
Scanzano” (nella foto), rievocando la storica rivolta del 2003 contro il deposito nucleare
unico. Su questa scia di pensiero si innestano anche provocazioni, come quella del
sindaco di Nova Siri, Giuseppe Santarcangelo, che invita a «sfatare il tabù della pseudo identità lucana», o il collega di Policoro, Rocco Leone, che esorta Potenza ad abbandonare «le logiche della vecchia Dc, perchè oggi non ci sono più vacche da mungere e l’economia si deve regge sulla sana imprenditoria, che il Materano possiede con orgoglio ». Il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, è invece pronto alla rivolta e bacchetta i parlamentari lucani, che «devono battere i pugni a Roma per conservare le due Province.
Quotidiano della Basilicata